Il ritorno di Mina (a Natale)

Un palcoscenico vuoto, l’aria elettrica e l’attesa. Nel Lounge Bar Beatrix di Astana ci sono a far da pubblico nani e barboni. 

Ogni tanto per spezzare la tensione un barbone canta tra i denti, i nani sono perduti nel Martini, ipnotizzati dal viaggio dell’oliva nel flûte.

E fuori i vetri la città, di vetro e d’acciaio, che pulsa, che sale, che sembra non voler mai dormire. 

Dentro al bar c’è tensione, un’attesa insonne, tutti stanno aspettando la rentrée di Mina. La tigre di Cremona ha scelto il Kazakistan, dove è famosissima per riaffacciarsi alle scene.

Nel pubblico, tra nani e barboni, ci sono anche io con il mio amore spezzato, a cui si crede come a un oggetto non identificato. E che poi quando è accaduto ho avuto la certezza di credere agli alieni tanto strano e grande è stato.  

Non ho avuto bisogno dell’area 51, non ho avuto bisogno di prove, bastava Cupido. Ma poi l’amore si è rotto, lei è volata via su un disco volante, con un disco in vinile. Un disco di Mina. Lei era la nostra canzone. 

Stasera per farmi male voglio aspettare Mina e rimembrare tutto il passato attimo per attimo, consapevoli che, quando la vedremo e inizierà a cantare, nulla sarà come prima. 

L’ultima apparizione di Mina risale ad una lontanissima estate del 1978 tra il sequestro Moro, il piombo, il terrore e la febbre del sabato sera. Un barbone sdentato e spazientito è su di giri, lui vuole Mina, un nano dallo sguardo spento lo guarda senza dire niente.

Ed eccola Mina.

L’emozione è tanta che è quasi uno stordimento.  Lei sorride prima di cominciare a cantare. Mina dagli occhi di gatto che fendono la notte. Esile silfide argentea allucinazione del ricordo e della nostalgia. 

Quella che vedo non è Mina di oggi ma sono le traveggole e le scorie di un tempo fuori squadra che stasera, ad Astana, fanno cantare una Mina come prodotto perfetto e intatto della memoria. Non c’è tempo di pensare a questa ubriacatura, Mina ha cominciato a cantare.

Le strade piene
La folla intorno a me
Mi parla e ride 
E nulla sa di te.      

E in quel momento sei riapparsa tu ed è arrivato il Natale, la neve, il profumo di cannella, un prodigio, un’agnizione amorosa.

L’amore da spezzato si fa sutura. Non dici nulla, mi stai soltanto accanto.

Sono convinto che rimarremo insieme e che dovremo scrivere una pagina nuova del nostro amore, come Astana che ha cambiato nome: ora si chiama Nur-Sultan. 

Tutto è possibile in questa notte strana, il nostro amore s’è nettato, ha acquistato una forza incredibile tra nani, barboni, Mina e la luna.

 

 

24-12-2020 | 23:09