Gli incredibili spaghetti al burro

Spaghetti alla Milanese

Kitchen - Como – Chef Paolo Lopriore

Da Wikipedia: “Il termine kitsch ha origini tedesche, ed era inizialmente usato per descrivere oggetti di cattivo gusto. Il kitsch è spesso associato a tipi di arte sentimentali, svenevoli e patetici; il termine può comunque essere utilizzato per descrivere un oggetto artistico che presenta una qualsiasi mancanza: una delle caratteristiche di questo tipo di arte consiste, infatti, nel tendere ad essere una imitazione sentimentale superficiale e teatrale. In realtà l'evoluzione del termine è stata ampia e, sebbene ancora oggi conservi quel significato, connotazioni meno ‘superficiali’ sono state attribuite ad esso. Ne deriva che artisti o artigiani possono deliberatamente ricorrere al kitsch come forma di espressione. Prodotti contemporanei caratterizzati nelle intenzioni o negli esiti da risultati esteticamente ambigui vengono spesso definiti trash.” La mia visione in questo caso è più legata alla sorta di sbeffeggio e irriverenza che può assurgere a un significato artistico profondo e compiuto. Paolo Lopriore, in quel di Como, è riuscito proprio in questo. A trasformare un piatto icona kitsch, gli spaghetti al burro e parmigiano, in un profondo e intrigante nuovo percorso gustativo. Semplicemente aggiungendo del succo di semi di prezzemolo sul fondo. Ecco quindi che il commensale ha modo di rivivere sapori primordiali con l’assaggio della pasta senza mischiarla. Per poi irrompere nella maturità e nell’evoluzione del gusto assaporando il risultato dopo aver mescolato il piatto con il suo fondo.

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07-08-2014 | 01:58