Finalmente è arrivato il 4 agosto 2020. A Genova si è inaugurato un ponte nuovo, bello e solido, proprio un’opera d’arte e di tecnica. Si chiama Ponte San Giorgio ed il progetto è di quel galantuomo e vero artista che è Renzo Piano. Che lo ha donato all'Italia nella speranza che si rialzi presto. Come il ponte.

Maggio si tinge di rosa, di maglie verde, ciclamino, bianca e si respira quell’aria e solo quella tra le strade, le salite e i tornanti di montagna. Il Giro d'Italia è un sogno che accompagna gli italiani da molti anni. Sempre scalpitando su quei sandali.

Che genere di romanzo sia Fratelli d’Italia non è facile a dirsi. Non sopporta alcuna definizione e si presenta come un testo dove ogni cosa si racconta da sé - ma dove esiste un “io narrante” che non parla di sé - e che svia il discorso con calcolata casualità sul vero personaggio chiave.

Una denuncia di furto – è capitato a me – del portafoglio – con tutte le carte che c’erano dentro – può essere un’esperienza penosa. Ma al tempo stesso assai indicativa del tipo di rapporto che in larghe fasce della nostra pubblica amministrazione ancora si ha col computer. Risate garantite.

A me Suárez sta molto simpatico. Ha l'irriverenza delle persone libere ed è un centravanti vecchio stile. Segna molti gol e, come certi bimbi dell'asilo, ama addentare chi gli passa troppo vicino. Simbolo di libertà sudamericana sarebbe piaciuto molto a Gilles Deleuze e Carmelo Bene. Perché le sue non sono azioni. Sono atti unici.

Il conversatore ha la curiosa caratteristica di uscire dal letargo calcistico una volta ogni quattro anni. Il calcio non gli interessa, gli interessano i Mondiali. Non capisce che gusto ci sia a tifare squadre coi giocatori intercambiabili, ma sa benissimo che gusto si provi a tifare la Nazionale. E dopo Italia-Uruguay è molto depresso.

A parte le colluttazioni, che sono prerogativa negativa solo nostra e dei paesi in via di sviluppo democratico, il dibattito parlamentare è molto acceso ovunque. Anche nel Regno Unito, dove i parlamentari perdono spesso il proverbiale aplomb. E nessuno si indigna o strumentalizza.

Intervista a Salvatore Settis sul paesaggio italiano. Da lui definito "il grande malato d'Italia". E la cui salvezza dipende da noi.