A Venezia il primo caffè

Chiunque ama viaggiare adora scoprire anche le diverse sfaccettature culinarie del mondo. Da sempre i viandanti annotavano nelle loro memorie gusti e sapori differenti, esaltandone alcuni e maledicendone altri. Nei tempi moderni, dove la globalizzazione del mercato ha incluso anche quello del gusto, non è facile trovare un buon caffè oltre confine.

Sorprenderà, forse, che il caffè non ha origini napoletane o romane, bensì veneziane. Le prime notizie della sua esistenza risalgono al XVI secolo, dove era bevuto e gustato in Medio Oriente dalle genti di fede mussulmana. Era arrivato nella penisola italica per vie traverse, ma era ben poco utilizzato perché troppo legato alle terre dell’Islam. Il Papa di quel periodo, Clemente VIII, aveva un amore sconsiderato per il caffè e lo voleva assaporare con continuità, a discapito della proibizione imposta dalla religione cristiana. Decise così diporre rimedio a questo divieto, battezzando il caffè affinché potesse essere gustato anche dalle papille cristiane. Fu così che il caffè venne sdoganato, ma non per questo si diffuse velocemente, anzi.

Fu grazie ai Veneziani che la bevanda prese piede in Europa. Essa era già nota per via di Gianfrancesco Morosini, ambasciatore della Serenissima presso Costantinopoli. La sua dettagliata relazione descriveva come i Turchi bevessero un’acqua nera, che era prodotta grazie ad un seme chiamato kahve, e che avesse delle proprietà miracolose, tra cui quello di garantire una lunga veglia.

Trent’anni dopo, il botanico padovano Prospero Alpini, al tempo medico del console di Venezia in Egitto, fece conoscere la scura bevanda a tutta la città lagunare, portandone alcuni sacchi dall’Oriente. Nel 1653 la bevanda si diffuse rapidamente, ed è proprio a Venezia che prese il nome di caffè e fu venduta principalmente dai Musulmani che erano residenti nella Repubblica.

In principio questa bevanda era considerata una sorta di miscuglio medicamentoso e per questo era consumato. I costi erano così proibitivi che solamente le persone facoltose potevano acquistarlo. Qualcosa però cambiò. Dalle farmacie, dove il prodotto era venduto nel primo periodo, si passò ad altri locali tipici della città lagunare.

Nacquero così le prime “botteghe del caffè”, dove si poteva acquistare la preziosa bevanda scura a prezzi modici. La cosa si diffuse così velocemente che l’ideatore della prima bottega dovette inventare una sorta di brochure per meglio esplicare le grandi capacità della bevanda e così battere la concorrenza. Anche in questo caso Venezia fu la prima città adintrodurre esempi di pubblicità di un prodotto di largo consumo, ed era appena l’anno 1716.

Il 29 dicembre 1720, Valentino Floriano Francesconi aprì il primo Caffè al mondo. Lo intitolò “Alla Venezia trionfante”. Il nome ebbe poca fortuna; in pochi anni divenne per tutti i cittadini Floriàn, dalla “venetizzazione” del nome del proprietario. Il Floriàn, calamitò ben presto personaggi famosi da ogni luogo come Casanova, Goldoni, Foscolo, Byron, Goethe e D’Annunzio.

Nel 1763, a Venezia, la moda dal caffè si diffuse cosi largamente che si contavano nella città lagunare ben 218 locali.

La bottega del caffè, poi semplicemente caffè, seguendo la moda francese, divenne luogo di incontri tra innamorati e corteggiatori. Si usava a Venezia, infatti, inviare ai propri amati dei vassoi ricolmi di cioccolata e caffè per dimostrare il proprio affetto e il proprio amore. Da Venezia poi il caffè si diffuse in tutto l’occidente divenendo la bevanda che conosciamo.

 

 

09-12-2014 | 16:46