Un'altra strada per la Franciacorta

Le sinuose colline del Monte Orfano si intravedono dal perimetro obbligato di questa piccola finestra. Il fuoco del camino arde e profuma il piccolo studio. Dentro, le calde tonalità dei marroni nel legno dei mobili, delle cornici dei quadri e delle fotografie che custodiscono, come in uno scrigno dei ricordi, le vicende di una famiglia. Un’istantanea trasparente e fedele che racconta con semplicità la storia di un uomo, Nelson Cenci, scomparso due anni fa, all'età di 93 anni, e delle sue figlie, Giuliana e Maria Grazia.

Ci troviamo a Cologne Bresciano, nel cuore della Franciacorta. È qui che nel 1960, il medico Nelson Cenci, ex ufficiale alpino, reduce dalla ritirata di Russia e scrittore, acquista una cascina del 1800, la ristruttura e attorno a essa inizia a recuperare le viti, a piantarne di nuove, a restaurare e ingrandire la cantina per fare i suoi vini con passione e dedizione.

Il nome dell’azienda agricola è sempre stato La Boscaiola. Dopo la morte del padre, le figlie, proprio per sottolineare ulteriormente il legame di continuità della famiglia con la propria terra, hanno deciso di dare una nuova immagine ai propri Franciacorta, chiamandoli Vigneti Cenci e ricordando sempre gli insegnamenti dell'energico papà: qui infatti da oltre quarant’anni si producono vini di anima, nell’attenzione accordata alla piccole cose, alla campagna, alla vendemmia, alla vinificazione e al lento affinamento delle bottiglie.

Sono quasi sei gli ettari di proprietà, tre le uve coltivate, lo Chardonnay in diversi cloni, il Pinot Bianco e il Pinot Nero; 40.000 le bottiglie di Franciacorta prodotte.

E stando seduti qui, dentro a questa stanza di milioni di ricordi, dove quella cornice sulla destra racchiude l’immagine di Mario Rigoni Stern insieme al suo caro amico e sodale Nelson Cenci, ancora idealmente padrone di questa casa, rincorrendo lo scoppiettio del fuoco che in sottofondo appena si muove, ti accorgi che sei altrove. Non è la Franciacorta, solita, quella che conosci e frequenti per obbligo professionale. No, non è la Franciacorta dei grandi imprenditori che guardano al vino per coltivare un hobby e per dare una vetrina chic alla propria attività, non è la Franciacorta glamour delle serate alla moda milanesi, o quelle del Natale Vip a Cortina d’Ampezzo, non è la Franciacorta dei secchielli del ghiaccio nelle discoteche, né quella dei grandi numeri a tutti i costi, delle cantine-cattedrali con le opere degli artisti contemporanei esposte in bella mostra in ordinatissimi giardini. No, niente di tutto questo.

È solo e semplicemente un’altra Franciacorta, di chi qui abita e lavora. Non è un’azienda ma è una casa, accogliente e autentica nei valori che una famiglia sa tramandare. E il centro di tutto è lì, questo bellissimo vigneto sulle pendici del Monte Orfano.

E i vini te li versi e li assaggi con calma: il Brut è dedicato a un piccolo volatile, La Capinera, che spesso è solito posarsi sulle foglie delle viti dei vigneti, dietro casa, nella bella stagione. Di perlage finissimo in una trama giallo-paglierino con screziature leggermente dorate, al naso si assaporano note fresche ma intense di agrumi mediterranei e frutta gialla croccante: il cedro, l’arancio, il limone per poi avvertire aromi più netti come il muschio, la mentuccia, il timo quasi il balsamico.

Nel nome, La via della Seta, un richiamo alla setosità del Satèn. La tipologia, dopo il successo iniziale, sta riposizionandosi con una definizione meno stucchevole e più adatta a una bevuta non troppo “sdolcinata”. Questo è di volume fruttato fragrante e armonico nei toni della frutta gialla e nei richiami al fiore di magnolia. In bocca è cremoso e fresco, un perfetto aperitivo che può altrettanto incontrare primi piatti di ragù vegetale.

Raffinato e sinuoso il perlage nel Pas Dosé, elegante il colore giallo oro, luminoso e brillante, con leggere trasparenze più chiare, tendenti al paglierino.

I profumi conducono a espressioni floreali molto fresche, delicate ma piene. I fiori sono mazzetti di campo, con predominanza dei bianchi e dei gialli. Poi la frutta soda e compatta, la mela, la pera, l’albicocca e la noce pesca; un gradevolissimo richiamo al vegetale negli accenti d’ortica.  

Un Franciacorta che si propone di sottolineare l'amore del Fondatore per le bollicine d'autore. Si chiama Nelson Cenci ed è un Extra Brut. Realizzato senza utilizzare alcuna liqueur d'expedition è un prodotto puro, essendo stato rabboccato, dopo la sboccatura appunto, solo con la medesima cuvée da cui è realizzato.

Vino di alta gamma, raffinatissimo, verticale, essenziale, asciutto. Ideale per incontrare crudità di pesce e conchiglie (in stile Champenoise), può altresì essere apprezzato in entrata di pranzo o cena per invitare il cibo.

Infine il Sessanta (mesi di permanenza sui lieviti) presenta un colore giallo paglierino piuttosto intenso con sfumature dorate; il perlage è molto persistente e fine. Al naso emergono chiari i profumi di fiori delicati nei toni bianchi e di frutta gialla matura, ancora assai fragrante: la mela, la pera, la noce-pesca, il delicato lievito dei dolci.

Al palato, dopo un primo ingresso delicato, la tessitura del vino si apre e gioca tra i suoi costituenti principali, fiori, frutta e pasticceria.

Questo studio, le fotografie. Il tempo è andato e non ritornerà. Ma il profumo è ancora qui.

 

 

28-12-2014 | 23:46