Per un Rinascimento islamico

La tensione tra integralismo rigido e modernizzazione disordinata scuote il mondo arabo mediterraneo e l’Egitto ne ha rappresentato un esempio drammatico. Come l’Occidente anche il Medioriente islamico è attraversato dalla contrapposizione marcata tra modelli di sviluppo contrapposti: crescita o decrescita, “globale” o “locale”. E l’architettura vive in quei paesi la stessa contraddizione. La grande disponibilità di mezzi economici legata all’estrazione di energia fossile (gas e petrolio) ha riversato su quelle economie, in precedenza molto modeste, una vera e propria ondata di nuove costruzioni. Da un lato, dunque, è proliferato uno stile architettonico internazionale di tecnologia esibita, di forme arbitrarie e di totale decontestualizzazione. A Dubai o New York, a Hong Kong o Doha, per citare qualche esempio, l’immagine urbana è spersonalizzata e senza nessun riferimento alla cultura, al clima e alla storia del luogo. Dall’altro la consapevolezza della transitorietà di questa stagione globalizzata di energia fossile ha imposto una riflessione e la ricerca di un nuovo equilibrio tra continuità e cambiamento. 

Le magistrali architetture di Abdel Wahed El Wakil sono l’esempio migliore di questa ricerca (foto sopra, Ruwais Mosque). Le forme semplici, le proporzioni impeccabili, la composizione equilibrata – ma con elementi nuovi e sorprendenti – fanno degli edifici di questo architetto un vero, nuovo classicismo islamico moderno. Il senso della misura pervade sia i piccoli edifici sia le grandi moschee e seduce anche il gusto occidentale ricordandoci il nostro Rinascimento. Tutto questo grazie ad una sintesi minuziosa di sapere architettonico occidentale e tipologie costruttive islamiche. El Wakil è un architetto egiziano settantenne vincitore per ben due volte dell’Aga Khan Award, il più prestigioso premio islamico di architettura, e del Driehaus Prize negli Stati Uniti, il più importante per l’architettura “tradizionale”. Allievo di Hassan Fathy, architetto egiziano sostenitore delle tecniche costruttive locali, del quale sono note le sue architetture in mattoni di terra cruda.

Abdel Wahed El Wakil, grazie all’insegnamento del suo mentore, ha sempre costruito con tecnologie semplici, e senza cemento armato, anche edifici molto complessi. Con mattoni e intonaco bianco di calce ha composto costruzioni che, proprio per la loro semplicità strutturale, conservano proporzioni e forme tradizionali di grande fascino, radicate nella cultura del luogo. Ecco un Islam architettonico moderato ed elegante, che dialoga con l’Occidente. Senza perdere la propria identità.

12-09-2013 | 11:20