Siamo tutti al buio

La televisione invade intrattenendo e condizionando individualmente, uno a uno, nello stesso momento, giorno o notte, da una stazione di informazioni centralizzata, milioni e milioni di persone. E di fatto la stiamo subendo. Tutti i giorni, senza sosta, una manciata di persone parla, mentre le altre, tutte le altre, ascoltano. Gli effetti delle immagini impiantate in questo modo creano le condizioni ideali per l’imposizione di una dittatura. La televisione è come un colpo di stato. È l’arresto di massa, l’arresto della nostra immaginazione. La televisione è autocrazia. La televisione è il fine e, al tempo stesso, il mezzo perfetto per instaurare questo tipo di controllo. Se si accetta l’esistenza della televisione, si accetta il sistema di convincere – e dominare – le menti interferendo direttamente sul modo di pensare delle persone. Si accetta anche che il sistema venga usato da persone esperte in manipolazioni. Proprio come quando si accetta il credo di un esercito, dove un gruppo di specialisti utilizzano tecnologie militari e belliche per combattere, sottomettere, uccidere e vincere.

La televisione non ha nessun potenziale per essere uno strumento democratico e sicuramente non ha una posizione neutrale. È la televisione stessa a determinare chi la deve usare, come deve essere usata e quali effetti avrà sulla vita di chi la usa. Non è un caso che la televisione sia gestita da pochi grandi poteri economici e politici. E non è un caso che la televisione venga usata per far vivere gli esseri umani in un nuovo mondo di natura artificiale (e commerciale). Una cospirazione tecnologica ed economica ha reso tutto ciò possibile, spostando, con la complicità di tecnici esperti, il sapere dalle risorse naturali a quelle tecnologiche. Questo, ovviamente, rende più semplice manipolare la cultura, trasformandola, e rimandandocela, attraverso i propri canali, sotto forma di linguaggio tecnico-virtuale comprensibile solo da menti preparate per questo tipo di linguaggio.Con la natura oscurata, quasi tutto quello che sappiamo ci arriva in modo manipolato: non possiamo essere certi che ciò che vediamo sia giusto o sbagliato o manipolato o mediato. Prendiamo per vero tutto quello che ci viene sottoposto. Per la maggior parte delle persone le notizie televisive sono la risorsa più importante, se non l’unica, per conoscere la realtà. E poco importa se non sussistono possibilità di verifica.

Con la televisione, l’informazione artificiale è sparata tramite il tubo catodico e, attraverso i nostri occhi immobili, arriva al nostro cervello passivo. E, infine, direttamente memorizzata dentro menti oscurate e immobilizzate. La nostra informazione è ridotta a quello che la televisione ha previsto per noi. Diventiamo come degli eremiti, persi nella grotta dell’inconscio. E tutto ciò che conoscono è ciò che la televisione ci offre. La televisione sopprime e prende il posto della nostra fantasia. Incoraggia la passività delle massa e prepara le persone ad accettare l’autorità. È un mezzo di mutazione, di metamorfosi, che trasforma chi ne è succube nelle stesse immagini che guarda, stimolando azione e, al contempo, sopprimendola.La televisione elimina e restringe la conoscenza umana. Cambia il modo in cui le persone ricevono informazione dal mondo. Ci porta a confondere l’esperienza televisiva con l’esperienza diretta del mondo, e l’unica esperienza che ci rimane è questa: guardare la televisione. Saltando di canale in canale, credendo che un programma sportivo sia significativamente diverso da un programma del National Geographic o dalle notizie della guerra in Iraq o dalla guerra in Medioriente.

Stiamo tutti seduti, ognuno nella propria camera buia, ognuno impegnato a fare la stessa cosa nello stesso momento: guardare la televisione. Seduti in solitudine, siamo diventati incapaci di scambiare opinioni su quello che ci sta succedendo collettivamente. Siamo tutti impegnati nella stessa azione allo stesso momento, ma da soli, alimentando la nostra confusione e passività.

 

(foto: Oliviero Toscani)

02-10-2013 | 18:12