Primo Levi nel sistema periodico
In principio, com’è ben noto, fu il Verbo. Non solo quello dell’evangelica affermazione di Giovanni ma anche quello che ha consentito alla nostra specie di dominare il mondo, diventando pensiero razionale e logica. Organizzare il mondo attraverso il linguaggio ci ha dato modo di conoscere non solo noi stessi, cioè la nostra mente, ma anche la materia, giungendo alla sua natura meno visibile, ovvero quella atomica.
Primo Levi ne Il Sistema Periodico prende come pretesto e come base gli elementi chimici per costruire un’autobiografia che è anche una vivida e originale storia del Novecento, oltre ad avere un suo valore letterario particolare, grazie a un uso non banale della lingua e al riavvicinamento della scienza alla letteratura, cosa ormai troppo rara.
Se l’inizio può risultare faticoso, a causa delle divagazioni storiche sulla realtà degli ebrei piemontesi, ciò è giustificabile per via della volontà di salvare, almeno nella memoria, una cultura spazzata via dalla guerra. Andando avanti, con una finezza letteraria sempre maggiore e con la scoperta di una vita costellata di dolore ma al tempo stesso di gioia e voglia di vivere – e conoscere –, riusciamo a calarci nella dimensione di questi racconti, fino a poterli apprezzare pienamente.
Il mestiere del chimico viene mostrato nella sua interezza, dalla frustrazione degli esperimenti e di un lavoro impiegatizio spesso avvilente, fino alla passione per la scoperta della materia, del suo funzionamento e della sua più profonda essenza. Levi, da autentico chimico, è asservito alla materia, la quale però è al tempo stesso anche un mezzo di liberazione e di salvezza.
La vicenda umana dell’autore ci mostra come l’interesse per la materia, per la vita e per gli altri, cioè l’attaccamento e la voglia di conoscere in generale l’altro, oltre al nostro ego, ci può rendere salva la vita e ci fa lottare. La chimica e la parola sono due lontane sorelle, evocazioni differenti di qualcosa che va oltre la realtà e che si può chiamare in innumerevoli modi: al contempo ci tengono attaccati alla realtà e ci salvano da essa.
Possiamo trovare il sublime nell’infinitesimale e infinita storia di un atomo di carbonio e possiamo provare la sensazione del mercurio che gocciola sulla nostra pelle. L’impressione è che ci sia qualcosa nella materia che va al di là di essa, così come c’è qualcosa oltre la parola e il pensiero razionale, una sorta di silenzio musicale, mistico, che la parola, così come la materia, può solo sfiorare.