Natale a casa Ledru

Nella lunga superstrada che cinge Reims c’è la direttrice Reims-Cormontreuil, uscita che porta verso la Montagne e, poi, verso la Marne. A man a mano che ci si allontana dalla città, la campagna prende nuova forma, diventa materia, si inselvatichisce, i non colori  dell’autunno inoltrato si incupiscono in riflessi intensi e in diverse tonalità.

Piove a dirotto. I paesi sono vuoti e silenziosi, calmi: Verzenay, Verzy, Trépail e Ambonnay, dalla forma sinuosa e dai tetti bassi e spioventi. La strada è lucida dalla pioggia, l’acqua corre in rivoli, diramandosi verso le estremità del manto asfaltato. Nessuno cammina, nessuno è fuori. Sembra così poco normale, eppure qui il centro è dentro le case. È nel dentro che si vive.

L’edicola di Ambonnay, in mezzo a un crocevia di tre piccole strade che si intersecano, vende caramelle e gomme da masticare che sembrano sassi, saranno lì da vent’anni. Immobili anche loro come la signora dietro al banco, arroccata su uno sgabello e coperta da uno scialle floreale, triste dei bei momenti andati. In negozio fa un freddo bestia: altro che chirurgia estetica. Non vengono le rughe se vivi a otto gradi.

Poco più avanti, a seicento metri, rientrando in un cortile-giardino ordinato, c’è la casa e c’è la cantina di Marie Noelle Ledru. Piove ancora, le gocce sono più sottili, vaporizzate dalla densità e dal gonfiore delle nuvole grigie.

La signora Ledru lavora sola: forse ha poca voglia di ricevere visite, oppure è il suo carattere, molto schivo e riservato. Le frasi di circostanza qui non servono, nemmeno inutili sorrisi affettati per vendere due bottiglie in più. C’è l’essenziale, c’è un sussurrato buon giorno. La signora Ledru porta una cerata verde con stivaloni di gomma verdi e sta lavorando di corsa in cantina. Sposta, predispone, avvicina, ordina e mentre lo fa ti porge in assaggio i “vini chiari”. Li metti in bocca e li sputi per terra con la vergogna di chi non vorrebbe farlo. Brutto gesto, pensi. Ma lei non sembra curarsene affatto, indaffarata come è nelle sue attività pratiche e veloci. Assaggia di fretta anche lei e sputa ancor più velocemente anche lei. E allora ti senti appena meglio, più comodo, di fronte a chi sta lavorando e si deve interrompere per rispondere alle tue domande sui vigneti, sulla vinificazione, sugli assemblaggi.

La signora Ledru, all’improvviso, ha finito di lavorare e sparisce. Ritorna in un lampo senza cerata, in ordine, e ti invita a seguirla dentro casa.

La piccola sala dove si fa la degustazione è appena fatta, almeno così sembra, ed è ricavata nell’ingresso dell’abitazione. Ti senti subito bene, senti il calore che ti scalda, l’accoglienza severa ma schietta della famiglia. Noti le differenze, istintivamente ripensi alle grandi Maison che in molte occasioni hai visitato; belle sì, molto sfarzose, eleganti, perfette: ripensi anche alle smancerie delle pubbliche relazioni, ai sorrisi finti, a quell’approccio così consueto e fittizio. Ai pranzi organizzati per stupire, ai direttori marketing e ai dati di vendita. Qui, invece, sei dentro casa. Poco più in là c’è la cucina, e al piano di sopra, immagini, le camere da letto. E immagini il fluire delle loro esistenze, qui dentro, il tempo che pazientemente accompagna giorni, stagioni, anni.

Ci sono gli Champagne da assaggiare e tutto sembra essere al posto giusto: tu, questo nucleo familiare, la pioggia sottile che intuisci dalla finestra, questa delicata malinconia che ti aiuta a non chiedere troppo alla vita.

GrandCru Extra Brut s.a.

La profonda mineralità di Ambonnay è messa a nudo e sostenuta al contempo dalla più lunga sosta sui lieviti. Una precisione enologica che lascia stupefatti, ogni accento, ogni tono trova la sua più nitida espressione, la frutta, il sale, contrappunti vegetali sottili, poi la polpa al palato, ricca e succosa. Nessuna aggiunta di zuccheri dopo la sboccatura. UnoChampagne maschio, senza compromessi.

GrandCru Brut 2009

Nel millesimato la forza del terroir tende ad amplificarsi. Quattro anni abbondanti di maturazione in cantina non sono ancora sufficienti a domarne il carattere. La pietra calcarea del villaggio sale per le narici e mantiene la propria solidità anche su lingua e palato. Abbondate pure con le salse perché questo Champagne sosterrà qualsiasi abbinamento, anche il più tosto.

GrandCruBlanc de NoirsCuvée duGoulté Brut 2008

Come definire la perfezione del genere? L’esempio perfetto di Blanc de Noirs, ciò che vorremmo sempre bere. Complessità, spessore, austerità, eleganza. Le parti aromatiche di diversa provenienza, la frutta compatta e croccante, toni esotici, spezie orientali, balsami preziosi sono schegge di luce, aria sottile e rarefatta, suono, musica, il pianoforte di Ludovico Einaudi in quella continua, sinuosa onda in continuo movimento.

Lo berremmo nel tardo pomeriggio, prima della cena, da solo, assaporandolo piano, oppure su tutta la cena, dinamico e potente come è. Lo berremmo sempre, con la giusta compagnia.

 

(foto di copertina Francesco Orini)

 

 

02-12-2014 | 16:31