La rivoluzione sessuale sono io

La minigonna di Mary Quant, l'ombelico della Carrà, alcuni film come “Il Laureato” o “Harold e Maude”, i fumetti di Valentina Crepax, una canzone di Serge Gainsborg o dei Beatles, raccontano meglio di un saggio, uno dei cambiamenti più grandi del Novecento: la rivoluzione sessuale.

E Brigitte Bardot, 80 anni compiuti il 28 settembre scorso, è a pieno titolo una delle icone di questo cambiamento epocale dei costumi.

Immortalata da grandi fotografi come Robert Doisneau o Sam Levin, vestita appositamente da stilisti come Paco Rabanne, ritratta dal sacerdote della pop-art Andy Warhol, e presente in tantissime copertine e pubblicità, la Bardot, o anche B.B, è stata uno dei più potenti fenomeni dell'immaginario collettivo del secolo passato.

La sua storia comincia da giovanissima, quando ha solo 15 anni, è una ballerina classica, viene notata e fatta posare per la copertina della rivista Elle. Corre l’anno 1950.

A quel punto potrebbe fermarsi, come vorrebbe la sua famiglia: una famiglia della borghesia parigina, tradizionalista, che la sta facendo studiare dalle suore.

Brigitte invece di borghese ha ben poco. È una ribelle, una vitalista, insofferente alle convenzioni, vuole vivere la vita fino in fondo. Soltanto il nonno materno in qualche modo la sostiene, dicendo: “Se pensate che questa ragazzina sarà una puttana, accadrà con o senza il cinema; se invece pensate di no, non sarà il cinema a cambiarla. Lasciamola libera di scegliere, non abbiamo il diritto di decidere il suo destino”

Di fronte all'opposizione dei genitori, Brigitte tenta il suicido. Si salva per miracolo e ottiene il permesso di vivere la sua vita come vuole.

Pochi anni dopo, nel 1956, Roger Vadim, un giovane cineasta con cui è fidanzata, la fa recitare nel film che la consacrerà: Et Dieu créa la femme.

Dal 1956 la sua vita è frenetica: successo, storie d'amore, feste a Saint Tropez, altri tentati suicidi. È la costruzione, involontaria ma consapevole, del suo mito.

Così, stanca di questo mito, nel 1973 si ritira e si riappropria di se stessa.

Da allora, vive appartata nella sua tenuta in Costa Azzurra, dedicandosi ai suoi animali. Lontano dai riflettori. Facendosi sentire solo per sostenere la causa animalista.

Nell'ultima intervista, rilasciata ad Anais Ginori di Repubblica, a giugno di quest'anno rivela: “ B.B. ormai è morta, era solo un'immagine. Adesso sono un'altra persona. Ma non ho rimpianti.”

A questo punto occorre chiedersi chi sia stata BB in quegli anni lì, e cosa significasse per il pubblico.

Come personaggio ha avuto una doppia accoglienza: alcuni la amavano, altri la detestavano, vedendo in lei un monumento all'immoralità. In molti si sono dedicati ad analizzare il “fenomeno Bardot”. Su di lei hanno scritto giornalisti come Fausto Gianfranceschi, Stenio Solinas, Massimo Fini, Giampiero Mughini (che gli ha dedicato anche un libro-lettera ), la scrittrice Marguerite Yorcenaur. E persino psicoanalisti come Claudio Risè o Emilio Servadio (studioso di quella che ha chiamato “psicologia dell'attualità”).

Su tutti la più acuta è stata probabilmente Simone De Beauvoir, intellettuale femminista, legata a Sartre, che alla Bardot dedicò, già nel 1960, il pamphlet “ Brigitte Bardot e la sindrome di Lolita”, edito a Milano dalla casa editrice Lerici, ed oggi facilmente reperibile in rete.

Vale la pena citarne alcuni passi presi qua e là.

Se si vuol capire ciò che Brigitte Bardot rappresenta, poco importa conoscere l'intima fisionomia della giovane donna chiamata Brigitte Bardot. Il suo pubblico ammira e critica la creatura immaginaria dello schermo che una vasto apparato pubblicitario ha già reso familiare. Nella misura in cui è esposta, la sua vita privata è un contributo valido almeno quanto le interpretazioni cinematografiche alla sua leggenda...Roger Vadim ha creato una versione del tutto moderna dell'eterno femminino, originando così un tipo inedito di erotismo: è questa novità che attira gli uni e confonde altri”

E prosegue definendo il nuovo tipo di eroina del cinema interpretato dalla Bardot: monella erotica, adolescente-donna, ninfetta. Un tipo che richiama alla mente la protagonista del romanzo di Vladimir Nabokov “Lolita”.

....una nuova Eva, sintesi dei tipi “frutto acerbo” e “donna fatale”. Brigitte Bardot è l'esemplare più completo di queste ambigue ninfe. Visto di spalle, il suo corpo di ballerina, minuto, muscoloso, è pressochè androgino; la femminilità balza esuberante dal suo busto incantevole; sulle sue spalle scende la lunga e voluttuosa chioma di Melisenda, acconciata però con una negligenza da selvaggia; le sue labbra accennano un broncio puerile e nello stesso tempo invitano a baciare; cammina a piedi nudi, se ne infischia di come è vestita, non porta gioielli, non ricorre a busti, non si profuma, non fa uso di nessun artificio, purtuttavia le sue movenze sono lascive, e un santo si dannerebbe soltanto a vederla danzare.

Sempre per l'autrice ii tratti caratteristici della Bardot sarebbe l'innocenza, l'ingenuità e l'istintività, qualità tipiche dell'infanzia, mescolate al misterioso potere della classica donna fatale.

Ma soprattutto Simone De Beauvoir utilizza un termine essenziale nel descrivere il connotato peculiare del personaggio: Autenticità'.

Autenticità vuol dire che la sua coscienza e volontà non sono “corrotte” da nessun apparato morale. Leggiamo:

B. non è soltanto ingenua: è pericolosamente sincera. Non è né perversa, né immorale, la morale dunque , con lei non può farcela.

Il bene e il male fanno parte di quelle convinzioni, assoggettarsi alle quali è un pensiero che non la sfiora nemmeno.

“Dell'opinione altrui non si interessa; non sa di doveri e di diritti: segue il suo istinto. Mangia quando ha fame, in fatto di amore si comporta con la stessa semplicità; il desiderio, il piacere, la convincono più delle consuetudini e delle norme. Non critica gli altri: agisce a suo modo ed è proprio ciò che smonta, non pone interrogativi, ma la franchezza delle sue risposte è tale che rischia di essere contagiosa...chi guarirebbe Brigitte Bardot da questa virtù assoluta: l'autenticità?E' la sua stessa natura; ne le rudi ne le buone maniere saprebbero sopprimerla.. Brigitte non rifiuta soltanto l'ipocrisia e l'inibizione, ma anche il calcolo, la premeditazione ed ogni sua variante.”

Infine passa all'analisi dell'erotismo dell'attrice:

…nel gioco dell'amore, ella è ugualmente cacciatrice e preda, il maschio è oggetto come a sua volta lei per lui. E' questo che ferisce l'orgoglio maschile: nei paesi latini gli uomini non sanno liberarsi dal mito della donna-oggetto; la naturalezza di BB sembra loro più perversa di tutte le sofisticazioni. Disprezzare i gioielli, i belletti, i tacchi alti, rinunciare alla linea, è il rifiuto a costituirsi irraggiungibile idolo: è confermarsi a somiglianza dell'uomo, suo pari, è ammettere tra i due sessi una reciprocità di desiderio, di piacere... Ma l'uomo si sente a disagio se invece di una bambola di carne, stringe tra le braccia un essere cosciente che lo osserva e lo vaglia; una donna libera è l'assoluto contrario di una donna facile. Nelle sue parti di giovinetta smarrita, di puttanella senza casa ne tetto, Brigitte sembra facile preda di ogni desiderio: ma paradossalmente, ecco, rende timidi... Ella li imbarazza sempre più: scoraggia la loro voglia di pizzicotti e non si presta d'altra parte alle sublimazioni idealistiche. Greta Garbo era detta “la Divina”; la Bardot, al contrario è del tutto terrestre.”

Ecco chiarito il fascino della Bardot. Naturalezza, autenticità, sessualità vissuta senza complessi, come un fatto naturale e reciproco tra uomo e donna. Tutti elementi che immessi nella società degli anni' 50 e '60 producono un duplice effetto di accettazione e rifiuto.

Accettazione da parte di chi preferisce la verità alle convenzioni, di chi vorrebbe che la società e la morale comune si evolvessero, come del resto stava accadendo.

Rifiuto, turbamento, da parte di chi, più tradizionalista, ritiene che si tratti di una figura che sovverte il vecchio sistema di valori.

Due fazioni che nella Storia ricorrono sempre e delle quali la Storia non se ne cura. Essa fa il suo corso e a nessuno è dato spiegarlo.

Intanto l'umanità di notte sogna bellezze come Brigitte Bardot.

 

 

27-10-2014 | 16:27