Il sogno del Principe Carlo d'Inghilterra
Il Principe di Galles venticinque anni fa decise di avventurarsi in una impresa quasi impossibile: costruire un ampliamento di una città che non fosse una periferia con il carico di traffico, di tristezza e di desolazione anonima che caratterizza tutte le periferie del globo. Dopo lo storico e celebre discorso del Principe a Mansion House nel 1987 in cui aveva affermato che gli architetti modernisti avevano fatto nel dopoguerra più disastri a Londra dei bombardamenti della Luftwaffe l’impegno era davvero gravoso.
Nel 1988 Leon Krier, il teorico del New Urbanism e dell’architettura tradizionale, fu chiamato dal Principe per la pianificazione urbana di questo progetto. Nel 1993 iniziarono i lavori di costruzione che arriveranno al completamento nel 2025. È nato così a Dorchester, nella parte più occidentale dell’Inghilterra, Poundbury, un insediamento urbano misto di residenze, attività produttive e commerciali per 5.000 persone. Oggi vi risiedono già 2.500 abitanti con 140 aziende che impiegano 1700 persone, ed è in continuo sviluppo. La pianificazione fu fatta senza separazione tra zone per la residenza, per le attività produttive o per gli spazi commerciali rompendo così il dominio delle automobili e della zonizzazione basata su di esse. La visione di Krier non è contro le auto ma contro la dipendenza dalle auto, ormai inevitabile nelle periferie residenziali dell’Occidente.
L’architettura prescelta è stata quella tipica della regione del Dorset dove Poundbury si trova; un’architettura più semplice e vernacolare per le abitazioni e gli edifici meno importanti, più monumentale e classica per gli edifici pubblici, posti in punti strategici del piano. Le strade sono sinuose, gli edifici in mattoni o in pietra, timpani, lesene e modanature sono secondo la tradizione delle città storiche.
Aldilà delle apparenze Poundbury sviluppa un modello di città sostenibile a lungo termine. Un impianto a biomasse, con gli scarti alimentari e dell’agricoltura oltre ai liquami urbani, produce biogas che viene immesso nella rete cittadina ed è sufficiente per 4.000 abitazioni. L’edilizia sociale integrata in modo invisibile nel tessuto urbano è un’altra scommessa vinta dal Principe. Il 35% delle abitazioni di Poundbury è costituita da edilizia sociale, e questo senza compromettere il successo commerciale delle vendite immobiliari delle altre case.
Dopo le polemiche che per anni hanno inseguito la progettazione e la sua costruzione, Poundbury è diventata un modello d’innovazione visitato e studiato da urbanisti, architetti, amministratori pubblici, imprenditori e funzionari di governo provenienti da tutto il mondo.
L’architetto Leon Krier e il suo committente, il Principe Charles, hanno così dimostrato che la città ideale potrebbe non essere solo un sogno.