Hitler condanna l'arte "degenerata"

Nelle pagine di Mein Kampf si legge che “la pittura d’avanguardia è il prodotto di persone spiritualmente degenerate e di viscidi imbroglioni”, “allucinazioni di folli e criminali”. Le invettive dell’Imbianchino sono rivolte con estrema violenza e senza distinzioni contro tutte le nuove correnti creative, riunite sommariamente sotto l’etichetta del Modernismo.

Quale sia il tratto che accomuna l’arte di Kandinsky a quella di Beckmann o la pittura di Nolde a quella di Grosz non risulta chiaro al lettore del libro. Perché, con ogni probabilità, non lo è per nulla nemmeno all’autore. Ciò non di meno, Hitler è convinto che “fino al 1910 l’espressione artistica tedesca ha raggiunto livelli incredibilmente alti. Dopo, purtroppo, è iniziato un declino esponenziale”.

Perché proprio il 1910? Anche questo non è dato sapere. Forse il Führer pensa al decennio nel corso del quale ha rinunciato alle velleità di pittore per arruolarsi nell’esercito e dedicarsi alla militanza politica. Poco probabile che si riferisca alla data di pubblicazione del libro di Kandinsky Dello spirituale nell’arte, della quale, quasi certamente, non è nemmeno a conoscenza. Comunque, sta di fatto che il suo pensiero si basa su un sillogismo semplice: l’arte del nuovo secolo corrompe la società, gli Ebrei la apprezzano e la sostengono, quindi gli Ebrei stanno corrompendo la società. E questa decadenza culturale, morale ed economica coincide con il superamento dei modelli pittorici ottocenteschi, che erano il riflesso di una nazione sana e prospera, fossero essi quelli del neoclassicismo, del romanticismo o del naturalismo. Odio antisemita e tradizionalismo nostalgico fanno tutt’uno nel sistema di pensiero del pittore mancato.

Il suo progetto di rifondazione etnica, politica e sociale di una grande Germania riserva all’estetica un ruolo centrale. Il dittatore è convinto che, per rinascere, sia necessario cancellare il nuovo e conformarsi all’antico. E non nutre dubbi sul fatto che “moderni” siano gli Ebrei e “antichi” gli Ariani. Così, parallelamente alle leggi razziali, concepisce un programma mirato a regolamentare la creazione artistica secondo i canoni del passato e ad irridere, discreditare e distruggere ogni forma d’espressione che da quei canoni si discosti.

Già dai primi mesi del 1934 i funzionari locali del NSDAP si sono affrettati a rimuovere le opere d’avanguardia dagli edifici pubblici e, in alcuni casi, a organizzare mostre nelle quali esse vengono esposte al pubblico scherno con slogan come “La camera degli orrori dell’arte”, “Esposizioni dell’abominio” o ancora “Immagini del bolscevismo culturale”. Stoccarda, Karlsruhe, Breslavia, Dresda e Norimberga sono state il teatro di queste prime, ancora sporadiche, manifestazioni di propaganda denigratoria.

Nel periodo immediatamente successivo alla definitiva presa di potere da parte del Führer, l’epurazione diventa sistematica e progressivamente il paesaggio della pittura tedesca viene ripulito dalle figure più  rilevanti. Beckmann, Campendonk, Feininger, Klee, Kandinsky, Kokoschka e Schwitters sono spinti sulla strada dell’esilio già percorsa da Grosz o Ernst. Molti altri, che non sono riusciti a espatriare, vengono privati delle cattedre d’insegnamento nelle accademie e subiscono la proibizione di vendere le loro opere, vedendosi ridotti in disperate ristrettezze economiche. Pechstein diventa pescatore per procurarsi un minimo sostentamento. Schlemmer si dà alla pastorizia e poi raggiunge altri colleghi che lavorano come operai in una fabbrica di vernici a Wupperthal. Barlach perde lo studio e la casa, le sue sculture vengono distrutte. Kirchner, emarginato nella più dolorosa solitudine, medita il suicidio che commetterà poco tempo dopo.

Ma, l’idea di una grande mostra di “arte degenerata”, che completi in maniera irreversibile le liste di proscrizione pittorica, prende una forma compiuta nella mente dell’Imbianchino solo sul finire del 1935. Goebbels, ministro della propaganda, viene incaricato di elaborarne il progetto e Adolf Ziegler, direttore della Camera delle Arti del Reich, di curarne l’attuazione. Hitler, che non concepisce il confronto se non in termini di scontro destinato all’annientamento fisico del suo antagonista, vuole predisporre le condizioni culturali grazie alle quali la distruzione delle opere sarà vissuta dal popolo come una misura di salute pubblica. Lo schema è sostanzialmente lo stesso che verrà messo in atto per lo sterminio degli Juden. Ziegler deve “rastrellare tutte le opere di arte degenerata tedesca, siano esse sculture o dipinti, prodotte dal 1910 in poi e conservate nelle collezioni pubbliche in ogni angolo della Germania”. E lo farà con il massimo zelo, allargando la selezione ai quadri di autori stranieri come Picasso, Chagall, Jawlensky, Mondrian e Matisse, non disdegnando di rivolgere la propria attenzione anche a qualche prestigiosa collezione privata, ovviamente costituita da ricchi collezionisti ebrei. Una volta concentrate in un solo luogo d’esposizione, le opere dovranno essere viste e derise dal pubblico, prima di essere mandate al rogo. Espressionismo, Astrattismo, Bauhaus, Nuova Oggettività, Dadaismo e ogni forma di pittura che “offenda la sensibilità tedesca e miri a corrompere e distruggere la cultura nazionale sarà considerata il nemico contro il quale combattere una spietata guerra epuratrice”.

La mostra Entartete Kunst, verrà aperta al pubblico il 19 luglio del 1937 a Monaco di Baviera. Le seicentocinquanta opere scelte saranno esposte sulle pareti dell’Istituto Archeologico, accozzandole alla rinfusa e accompagnandole con didascalie come “la follia diventa metodo” o “la natura vista da menti malate”, in modo da svilirle come peggio non si sarebbe potuto. Una volta terminato l’itinerario dell’esposizione in dodici città tedesche e chiusi i battenti, rimarranno numeri impressionanti. Oltre quattro milioni di visitatori e circa sedicimila opere sequestrate nel corso della fase preparatoria, delle quali almeno cinquemila distrutte e più di ottomila vendute all’estero con un ricavo per il Reich di oltre un milione di marchi. L’Imbianchino non trascura mai l’aspetto economico delle epurazioni.

Felix e Felka non navigano certo nell’oro. Tuttavia, il padre di Felix fornisce loro almeno il minimo necessario per provvedere alle spese correnti. Gli attestati di Ensor e del dottor Steyns li hanno convinti che il Belgio è il posto giusto per provare a ricominciare. Trovare casa, dipingere, vivere della propria arte. Quando si è persi nel vuoto, anche due righe su un foglio di carta possono diventare un appiglio abbastanza saldo da sorreggere una speranza. Avendo ottenuto una proroga del visto turistico, decidono di trasferirsi a Bruxelles e cercano lavoro come decoratori o illustratori. Lo fanno senza entusiasmo, ma si consolano pensando a quanto peggio potrebbero andare le cose se fossero rimasti a Berlino.

Charlotte è interamente assorbita dall’accademia e dall’impegno profuso per illustrare il romanzo di Alfred. Lo ha letto e riletto, si è annotata con cura le parole chiave. È il racconto autobiografico della sua partecipazione alla Grande Guerra. Una storia di dolore straziante, fisico e morale. Dopo il bombardamento della sua trincea, Wolfshon è sopravvissuto nascondendosi due giorni e due notti sotto il cadavere di un commilitone, mentre i nemici cercavano i superstiti per finirli. Ha il corpo pieno di schegge e la rottura dei timpani gli ha causato la perdita dell’udito. Per lunghi mesi sarà ricoverato in un ospedale militare, lottando nel tentativo di tornare a sentire la propria voce e quella degli altri. Mesi nel corso dei quali concepirà un metodo rivoluzionario di educazione della vocalità per portarla dal silenzio al canto attraverso l’urlo. Charlotte è molto coinvolta nella relazione con lui, i loro incontri sono diventati quotidiani ed è sempre più difficile nasconderli al padre e alla matrigna Paula.

3 ottobre 1935

Le truppe di Mussolini, comandate dal generale De Bono, invadono l’Etiopia.

12 ottobre 1935

Felix e Felka si trasferiscono a Bruxelles. Hanno affittato una stanza ammobiliata in rue Jennart 24, nel quartiere di Molenbeek. La sera stessa del loro arrivo cenano al ristorante Le Cygne, che si trova sulla Grande Place, nel palazzo dove tra il 1846 ed il 1847 Marx ha lavorato alla redazione del Manifesto del Partito Comunista. L’anno successivo venne espulso dal Belgio a causa delle pressioni esercitate dal governo prussiano sulle autorità locali. Un destino simile a quello di Einstein che, non sentendosi più protetto dal governo belga, nel settembre del 1933 ha dovuto abbandonare la bella residenza di Le Coq sur Mer per recarsi a Londra. Felix, invece, spera che Bruxelles sarà il luogo ideale per godere di un tranquillo anonimato e passare inosservato, finché in Germania ci sarà aria di tempesta.

15 novembre 1935

A Berlino vengono pubblicate le direttive per l’applicazione delle leggi razziali. La proibizione dei matrimoni tra Tedeschi ed Ebrei viene estesa anche a quelli con “mezzi ebrei, zingari, negri e i loro bastardi”.

17 novembre 1935

Felix e Felka ottengono dal commissariato di polizia di Molenbeek il rilascio di un passaporto per stranieri. Dovranno rinnovarlo ogni sei mesi, ma possono risiedere in Belgio. 

18 dicembre 1935

Gli Italiani vengono chiamati dal governo di Mussolini a fare dono alla patria delle loro fedi nuziali in oro. L’operazione è destinata a pagare il debito accumulato con la Germania, che è diventata il partner commerciale principale e pressoché esclusivo di Roma dopo le sanzioni comminate dalla comunità internazionale per l’invasione dell’Etiopia. L’asse Roma-Berlino si consolida gradualmente anche sul piano politico grazie alle iniziative diplomatiche intraprese da Galeazzo Ciano su richiesta del duce.

7 marzo 1936

Le truppe tedesche occupano la Renania, violandone lo status di zona smilitarizzata previsto dal Trattato di Versailles e dal successivo Patto di Locarno. I confini di Francia, Belgio e Lussemburgo sono ancora una volta sottoposti alla pressione dell’esercito di Berlino. È il primo atto di espansione militare compiuto dal Führer in aperta ostilità verso le potenze europee.

29 marzo 1936

Il popolo tedesco viene convocato alle urne per ratificare tramite referendum l’occupazione della Renania e votare al tempo stesso la lista unica dei candidati al parlamento, composta esclusivamente da membri del NSDAP. È la prima volta che in Germania si vota dopo la promulgazione delle leggi razziali che restringono il suffragio ai soli “Ariani”. Il risultato non lascia dubbi, su quarantacinque milioni di voti espressi, quarantaquattro milioni e cinquecentomila sono favorevoli. Vale a dire il 99%. L’Imbianchino gode di un indiscutibile sostegno popolare.

Aprile 1936

Curiosamente sia Felix, a Bruxelles, che Charlotte, a Berlino, lasciano in sospeso altri lavori per dedicarsi, nello stesso momento, alla pittura di una serie di autoritratti.

Felix, che ha trovato un’occupazione come decoratore di ceramiche, si fa sostituire da  Felka e, nel corso di pochi giorni, ne realizza quattro. Autoritratto con una mela, Autoritratto con un canovaccio, Autoritratto con la smorfia ed Autoritratto con maschera e trombetta. È come se stesse cercando la maschera migliore per camuffare la propria identità. Oppure, al contrario, come se tentasse di svelare la verità del proprio volto nascosta dietro l’anonimato dei travestimenti.

Quanto a Charlotte, un esercizio di autoritratto da portare a termine per l’accademia la distoglie da ogni altro soggetto. Scopre nel proprio viso i lineamenti della madre scomparsa quando lei era bambina. E così, l’osservazione di sé allo specchio si trasforma in una sorta di indagine archeologica nel terreno stratificato dei sentimenti. Charlotte dipinge con pennellate di tempera liquide e rapide su comuni fogli di carta, un bozzetto dopo l’altro senza curarsi di finirli, con la foga quasi compulsiva di chi  stia scavando in prossimità di un tesoro.

9 maggio 1936          

Addis Abeba è caduta nelle mani dei fascisti quattro giorni prima. Verso le nove di sera, Benito Mussolini proclama dal balcone di Palazzo Venezia “la riapparizione dell’Impero sui colli fatali di Roma”. La piazza è gremita all’inverosimile di gente che inneggia al duce. È il punto più alto del consenso del popolo per il regime. Il Vaticano benedice l’impresa dipingendola come una crociata. Anche Hitler se ne rallegra, presentendo l’allontanamento dell’Italia dalla Società delle Nazioni e la possibilità di un’alleanza ostile a Francia ed Inghilterra.

17 giugno 1936

Heinrich Himmler, comandante delle SS, viene nominato capo di tutte le forze di polizia tedesche.

17 luglio 1936

Partendo dai possedimenti spagnoli in Marocco, un gruppo di militari guidati da cinque generali, alla testa dei quali c’è Francisco Franco, dà inizio ad una ribellione armata contro il governo repubblicano di Madrid. È l’inizio della guerra civile che durerà quasi tre anni, fino al marzo del 1939. Mussolini decide di intervenire a favore dei rivoltosi permettendo loro, grazie agli aerei forniti, di trasportare centinaia di uomini dalle coste marocchine al teatro degli scontri sul territorio continentale spagnolo. L’Imbianchino, che non vuol essere da meno, predispone un massiccio invio di armi e munizioni alle truppe franchiste.

1° agosto 1936

A Berlino si apre l’undicesima Olimpiade. La macchina della propaganda nazista sfrutta l’occasione, tanto sul piano interno quanto su quello internazionale. Viene messo in onda il primo programma televisivo regolare al mondo per permettere di seguire l’evento in diretta, mentre la Deutsche Reichspost, vista la scarsità di apparecchi televisivi privati, organizza varie sale pubbliche in diverse zone di Berlino affinché anche la gente comune possa assistere alle competizioni. Il Reich mostra al mondo intero le sue capacità organizzative, l’imponenza delle sue strutture, l’assoluta modernità dei suoi strumenti tecnologici ed il valore dei suoi campioni di “razza ariana”. Unici granelli di sabbia nell’ingranaggio meticolosamente concepito da Goebbels, le quattro medaglie d’oro dell’afroamericano Jesse Owens che sarà la stella indiscussa dei giochi, ed il podio del fioretto femminile con le tre medaglie vinte da altrettante schermitrici ebree di tre diverse nazionalità, Elek, Mayer e Preis.

Settembre 1936

Charlotte non ha mai osato parlare con suo padre della morte della mamma. Il destino l’ha privata della sua vita ed il silenzio gliene sta sottraendo anche la morte. Decide di scrivere una lettera alla nonna nella quale le chiede di raccontare tutto quello che le torna in mente della figlia. Charlotte ha ormai diciannove anni e sente che la memoria di quei lividi giorni di febbraio vissuti dieci anni prima si sta dissolvendo. Da un  istante all’altro sua madre non c’era più e tutto quello che le rimane sono solo poche parole senza contenuto, “grave forma d’influenza”. Ha bisogno di ricordi e per questo di immagini. Vuole rivedere con nettezza il suo volto dolce e triste, sentire di nuovo la sua voce sottile, averla vicino per dirle quello che sta facendo e ciò che le sta accadendo. La risposta della nonna è evasiva : “Tua madre era una brava figlia, una madre affettuosa e una moglie perfetta”. Evasiva perché astratta, nessun aggettivo potrà mai rimpiazzare un’immagine. Charlotte pensa che l’unico modo per stare ancora vicino alla mamma sia quello di sognarla.

24 ottobre 1936

La Germania riconosce la sovranità italiana sull'Etiopia e, il giorno successivo, il ministro degli esteri Galeazzo Ciano firma, con il suo omologo tedesco Konstantin von Neurath, i protocolli di Berlino. Si tratta di un patto d'amicizia che costituisce il primo atto dell’alleanza tra Roma e la Germania nazista. Mussolini rivede le proprie posizioni contrarie all’annessione dell’Austria, Hitler lo appoggia nella costruzione di un impero dell’Africa orientale ed entrambi sostengono militarmente le truppe franchiste nella guerra contro la Repubblica Spagnola.

26 ottobre 1936

Felix e Felka traslocano in un piccolo appartamento al numero 96 di Besmelaan, nel quartiere residenziale di Forest. Felka è felice perché il luogo le ricorda vagamente Xantener strasse. Ci sono solo una cucina ed una camera da letto. Felix stabilisce il proprio atelier in cucina.

25 novembre 1936

A Berlino, il Reich sigla un accordo con l’Impero del Giappone per contrastare l’internazionale comunista, il Comintern. Nasce così, in funzione anti-sovietica, l’asse nippo-tedesco al quale l’Italia aderirà un anno più tardi.

1° dicembre 1936

Tutte le organizzazioni giovanili tedesche vengono assorbite dalla Hitler-Jugend, ne fanno parte cinque milioni di ragazzi tra i 14 ed i 18 anni.

23 dicembre 1936

Benito Mussolini invia circa ventimila volontari a sostegno dei golpisti spagnoli di Franco. Viene creata la M.M.I.S. – Missione Militare Italiana in Spagna – con sede a Siviglia. Sono tre divisioni di soldati addestrati che prendono i nomi “Dio lo vuole!”, “Fiamme Nere” e “Penne Nere” e partecipano alla guerra sotto il comando del generale Mario Roatta. Appena un mese dopo il loro arrivo, saranno protagoniste dell’occupazione di Malaga.

9 gennaio 1937

Il governo fascista promulga il primo decreto di “difesa della razza” che proibisce i matrimoni tra Italiani ed Etiopi. Göring è in visita ufficiale a Roma per consolidare i buoni rapporti che si stanno instaurando tra i due dittatori.

Primi giorni di febbraio 1937

Felix riceve una lettera di suo fratello Justus. La ditta è stata venduta per quattro soldi. Il padre e la madre si sono trasferiti a Colonia in un appartamento di loro proprietà, al numero 93 di Sachsenring. Justus è fuggito ad Amsterdam con sua moglie e la figlioletta di due anni, Marianne. Ha aperto un’azienda di sfasciacarrozze con il cugino Alfred Gossels, la Wemeta Kompagnie. La villa di famiglia a Osnabrück, per il momento, è chiusa e abbandonata. Non ci sono compratori, chissà che ne sarà.

19 febbraio 1937

Il viceré Graziani rimane leggermente ferito in un attentato ad Addis Abeba. Mussolini, il dittatore bonario, ordina che per rappresaglia vengano fucilati oltre tremila civili etiopi. Vari quartieri della città vengono dati alle fiamme. Alla fine dell’operazione si conteranno circa cinquemila vittime.

10 marzo 1937

Viene pubblicata l’enciclica di PioXI  Mit brennender Sorge, eccezionalmente redatta in tedesco. È indirizzata ai vescovi di Germania e riguarda la situazione religiosa del Terzo Reich. Il pontefice ne stigmatizza la dottrina fondamentalmente pagana ed anti-cristiana. Viene letta ai fedeli riuniti nelle chiese la Domenica delle Palme. L’Imbianchino ordina di sequestrare tutte le copie del testo e di impedirne ogni ulteriore diffusione.Un migliaio di sacerdoti e religiosi vengono arrestati e oltre trecento di loro sono deportati a Dachau.

16 aprile 1937

Charlotte compie vent’anni. È ormai una donna. La relazione con Alfred Wolfshon le ha rivelato quanto la vita possa essere ricca quando non si è più l’unico oggetto delle proprie attenzioni. Ha capito che si ha ciò che si dà. E che la pittura è generosa o non è del tutto. La sua arte sta diventando matura, personale. Non cerca più le forme ed i colori nelle opere dei maestri, li trova nel proprio sguardo, nella propria immaginazione. E ne fa dono all’uomo che ama, come per offrirgli un supplemento di sé, la parte migliore e più vera.

16 luglio 1937 

Viene messo in funzione il campo di concentramento di Buchenwald. È situato nella foresta che si stende in prossimità di Weimar, la città natale di Goethe. Tra le baracche destinate ai deportati viene conservato “l’albero del poeta”, cioè quel faggio sotto il quale la leggenda vuole che Goethe amasse fantasticare e scrivere in solitudine. A Buchenwald verranno assassinate oltre cinquantamila persone tra le quali undicimila Ebrei.

19 luglio 1937

A Monaco di Baviera apre le porte al pubblico la mostra di “arte degenerata” Entartete Kunst.

Il giorno precedente, nella Haus der Deutschen Kunst costruita per l’occasione nella stessa città, si è inaugurata la Grosse Deutsche Kunstaustellung, mostra dell’arte approvata dal regime. L’Imbianchino ha tenuto il discorso d’apertura ed ha fatto sapere ad alcuni giornalisti di avere acquistato a titolo personle un certo numero di opere esposte, per un totale di 6,8 milioni di marchi.

...continua

 

 

28-08-2019 | 14:51