Heimat 2 - La seconda patria

Proviamo a tornare indietro nel tempo ai primi anni novanta. Siamo a Roma e sono quasi le otto di sera. È inverno: il quartiere è immerso nel buio. La caratteristica luce gialla dei lampioni lascia una pesante ombra sui binari che da Trastevere portano a Testaccio. Il nuovissimo tram verde, orgoglio ostentato della municipale trasporti, si svuota ormai regolarmente da settimane alla fermata Induno. Sta per iniziare al Cinema Nuovo Sacher la proiezione della nuova puntata di Heimat 2. Una certa frenesia avvolge tutti i cinefili della capitale desiderosi di sapere cosa ci regalerà staserail romanzo di formazione di Hermann Simon.

Nanni Moretti ha da poco rilevato l’area del vetusto Cinema Nuovo, un dopolavoro che da mesi marciva in disuso. Siamo – non a caso – sulla rive gauche del Tevere. Il regista esercente sta trasformando questo vecchio pidocchietto in una vera e propria factory. Tra i passaggi fondamentaliche hanno alimentato la fama del Cinema Nuovo Sacher risiede anche il fatto di aver presentato, nei primi mesi del 1993, tutti e tredici gli episodi della serie Heimat 2. Questa programmazione scandita regolarmente settimana dopo settimana ha sortito una serie di effetti positivi. Creando una notevole aspettativa del pubblico intorno all’iniziativa: questo interesse diffuso ha ricreato un solido legame con la sala di quartiere appena restaurata. Tutto questo particolare contesto, che ricordava da vicino l’esperienza eroica dei vecchi cineclub di una volta, rivelò al pubblico romano anche la giusta atmosfera per calarsi pienamente nell’opera di Reitz.

Per essere precisi Die zweiteHeimat - ChronikeinerJugend, non è stato distribuito correttamente nel nostro paese con il titolo Heimat 2 – Cronaca di una giovinezza. Se la traduzione del sottotitolo è fedele, aver lanciato il film esclusivamente come seguito della prima saga non centra il senso dell’operazione di Reitz. Il titolo del film, tradotto alla lettera dal tedesco, significa la seconda patria. La seconda patria è rappresentata qui da Monaco di Baviera. La città scelta dall’idealista Hermann Simon per la sua formazione diventa il luogo che ciascuno di noi ha inseguito quando aveva vent’anni. La seconda patria non è altro che uno status universale, una dimensione a cui aspiri quando trovi il coraggio di abbandonare le tue proprie certezze. Una forza che cresce con la passione che ciascuno di noi alimenta negli anni di studio e che diventa poi il terreno di confronto delle circostanze della vita.

Heimat 2 – Cronaca di una giovinezza sviluppa tutto questo universo. È, come si diceva, Il romanzo di formazione di Hermann che lascia la provincia per inseguire la sua grande passione: la musica. Gli anni del conservatorio su cui il ragazzo riversa tutto il suo entusiasmo – insieme all’illusione di sentirsi una pedina fondamentale nel nuovo corso della storia – scandiscono il racconto quasi con ipnotica magia. E la forza dello stile e del cinema di Reitz sta proprio nel saper risvegliare in ciascuno di noi, durante la visione del film, il ricordo del nostro personale “Bildungsroman”. Basta aver saputo vivere i nostri vent’anni con questo bagaglio di illusioni. E non è poco.

Non a caso fu proprio Monaco la città che il giovane Reitz elevò a sua seconda patria, e proprio da quella latitudine vi ha vissuto tutto il decennio degli anni sessanta, a tutti gli effetti il secondo grande protagonista di questo affresco che, durando più di 25 ore, rappresenta la parte più ricca e articolata di tutto il progetto Heimat. Un’epoca che inizia per Hermann con lo studio matto e disperatissimo e che non potrà non concludersi che nel sessantotto, la “rivoluzione” alimentata e preparata da tutta una generazione nel corso della sua educazione sentimentale.

L’ultimo capitolo di Heimat 2 reca un titolo profetico: “L’Arte o la Vita”. Il destino volle che la serie venisse girata proprio tra il 1989 e il 1990: durante le settimane che accompagnarono la Germania dalla caduta del muro alla riunificazione che ormai imponeva la Storia. Ma questo sarà il prossimo episodio. Come ai tempi del Sacher, occorre aspettare una settimana.

 

 

07-04-2015 | 15:37