Come nacque l'Europa

All'indomani della Brexit, mentre l'Unione Europea e la sua governance, continuano sempre più a divenire nell'immaginario collettivo dei cittadini europei come un'oscura macchina burocratica lontana dalla gente e da dialettiche veramente democratiche, spesso si scorda, o meglio, non si è mai veramente saputo, come sia nata l'Unione Europea. Una storia di grandi uomini e grandi donne, una storia di grandi speranze in un momento, la fine della seconda guerra mondiale, in cui tutto il vecchio continente era ridotto in macerie dal più sanguinario conflitto che la specie umana avesse mai vissuto. Una storia che vista oggi, momento nel quale il dibattito europeo si focalizza sull'opportunità di rigettare o meno la moneta comune, di quando gli euroburocrati possano o debbano influire sui singoli governi nazionali, di quanto dietro alle politiche europee vi possano essere oscuri poteri forti, può apparire lontana dai nostri tempi ma certamente emozionante e straordinaria, e per molti altri versi a noi molto vicina.
Tra gli uomini straordinari, che oggi vengono ricordati come i padri dell'Europa, e in confronto ai quali politici e politicanti dei nostri tempi apparirebbero tutti o quasi come nani al cospetto di giganti, troviamo personalità del calibro del tedesco Konrad Adenauer, del lussemburghese Joseph Bech, dei francesi Jean Monnet e Robert Schuman, del belga Paul-Henru Spaak, e non da ultimi degli italiani Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli. Questo il gruppo di grandi politici del novecento, che in uno dei momenti più drammatici della storia umana hanno unito i loro sforzi per creare un'entità e un'identità sovranazionale che fosse al servizio dei cittadini che ne facevano parte.
Tra i tanti contributi che sono stati dati nella creazione dell'Unione Europea che conosciamo oggi, forse il più incredibile e stupefacente, è stato quello che ha portato alla stesura del Manifesto di Ventotene nel 1941. Come nella più fiabesca congiura dei poeti, mentre in tutto il mondo infuriavano violente battaglie, alcuni confinati nella piccola isola del Lazio, che per decenni avevano subito ostracismi e vessazioni da parte della dittatura fascista, riuscirono a produrre un testo che diverrà alla fine della guerra una delle più importanti basi per la creazione di un'identità e di una governance europea.
Padri di quest'opera furono Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni.
Gli autori furono ispirati da un libro scritto da Junius (pseudonimo di Luigi Einaudi) pubblicato circa venti anni prima. Il documento redatto a Ventotene, partendo da un'attenta analisi della società del tempo, condannava senza appello i regimi totalitari e gli errori da essi generati e invoca per l’Europa il ritorno della libertà e della democrazia. Dal documento traspare la convinzione che soltanto con il superamento delle frontiere politiche ed economiche, che fino ad allora avevano contribuito a dividere gli Stati-nazione, sarebbe stato possibile realizzare un sistema sociale equo, un progresso civile, ed una pace stabile e duratura. Nel Manifesto di Ventotene, il cui titolo originale era “Per un'Europa libera e unita” viene rimarcato come quei princìpi nati dalla Società delle Nazioni in seguito alla prima guerra mondiale, fossero andati persi, lasciando spazio al nazionalismo imperialista delle varie potenze europee. La soluzione per contrastare queste spinte consisteva nella fondazione di una forza sopranazionale, in cui e ricchezze avrebbero dovuto essere ridistribuite e il governo si sarebbe dovuto decidere sulla base di elezioni a suffragio universale. L’ordinamento di questa nuova realtà avrebbe dovuto basarsi su una terza via economico-politica, che avrebbe evitato errori ed eccessi di capitalismo e comunismo, e che avrebbe permesso all’ordinamento democratico e all’autodeterminazione dei popoli di assumere un valore reale e concreto. Il pensiero politico che costituisce l'essenza nel Manifesto era una chiara presa di posizione da parte degli autori contro i nazionalismi e un auspicio alla creazione di un'entità sovranazionale intesa come comunità dei popoli europei.
Il Manifesto di Ventotene, è un testo attualissimo, un'eredità che giganti della storia ci hanno regalato e che dovrebbe essere letto e studiato in tutte le scuole, un testo che dovrebbe essere più spesso citato, perché come si legge sul manifesto stesso “La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà”.