Chi siederà sul trono di spade?

HBO è l’acronimo di Home Box Office ed è un’emittente televisiva americana via cavo, a pagamento, che produce contenuti originali. Grazie ai suoi abbonati realizza serie innovative, spesso considerate da altri canali “scomode” o comunque poco convenzionali.

“Game of Thrones” è stata lanciata negli Stati Uniti nell’aprile del 2011 ed è arrivata in Italia sul satellitare sette mesi dopo col titolo, non fuorviante, “Il trono di Spade”. Un canale in chiaro del digitale terrestre da un anno ne ha integrato la diffusione sebbene al suo effettivo apparire venne chiamata in campo la censura.

Basata sui romanzi fantasy di George R. R. Martin, ne mette in scena la straordinaria saga ambientata in un periodo aleatorio, che ricorda l’Inghilterra Anglosassone del primo millennio. Lo straordinario richiamo al mito è la forza della storia.

Che si siano fatti studi classici, tecnici, linguistici o si sia andati molto presto a lavorare;  che si conoscano “I cavalieri della tavola rotonda”, l’ “Iliade”, la “Bibbia”, “Le mille e una notte”, “I racconti di Canterbury” o il “Decamerone” (contano sia come lettura, come film o cartone animato), “Il Trono di Spade” è puro epos. L’epos l’abbiamo tutti dentro e questa serie lo porta a galla prepotentemente tanto che seguendola saremo preda di un nuovo tipo di immedesimazione: verremo affascinati da noi stessi. Riaffioreranno nozioni sulla storia di Gengis Khan, riguardanti Guerra dei Cent’anni e perfino del muro di Adriano; vorremmo che la caduta di Roma non fosse mai avvenuta perché ci suggerisce qualcosa di funesto, riconosceremo immediatamente Attila. Ritroveremo lo sfarzo dell’era Bizantina, del periodo Rinascimentale, saremo invitati a Camelot e qualcosa ci illuminerà su Atlantide. Avremo la certezza che Elliott e Falcor sono pura invenzione.

La storia è semplice: in un mondo fantastico diviso in due continenti e costituito da sette regni (territori immediatamente identificabili grazie a poche, nette e profonde note distintive), chi siede su un trono forgiato dalle spade di tutti coloro che man mano lo hanno occupato ha il sommo potere. Il trono si eredita, ma se l’eredità viene compromessa, si conquista.

Il trono si trova  in una città chiamata “Approdo del Re” e sebbene sia affacciata sul mare di un golfo temperato, è immediatamente chiaro che il clima stia cambiando, in ogni senso. Muore il re, la legittimità al trono è discutibile e dopo dieci anni di “Lunga Estate”, spesso viene ribadito che, “l’inverno sta arrivando”. Un particolare rafforza la sensazione che gelidi artigli ghermiranno le terre emerse: la storia si apre nell’estremo nord con la resurrezione di agghiaccianti creature polari. Una sorta di armata degli inferi si sta radunando ed è intenzionata a superare l’immensa barriera di ghiaccio, accudita da un’apposita confraternita di guerrieri, che la separa dai sette regni.

Da qui, vale tutto: incontreremo re e regine, fratelli e sorelle, amanti, traditori, figli illegittimi e legittimati, streghe, odalische, puttane, cavalieri, mutaforme, barbari, maghi, giganti, assassini, zingari, eschimesi, infermiere, sacerdoti, predatori, pirati, veggenti, carpentieri, arcieri, tenenti, bambini, bambine, cani, lupi, corvi, (tanti corvi), tre draghi (veri) ed un nano. Pur dopo questo dozzinale elenco basterà seguire una puntata perché anche chi non ama il genere resti strabiliato. Dopo tre episodi non avrete più scampo, l’intreccio impeccabile vi farà tifare perché uno ed uno soltanto tra tutti i personaggi si sieda su quello che sembra uno scomodissimo trono. Vi stupirete di voi stessi nell’augurare una lenta morte a chi considerate indegno. Il Gioco dei Troni non fa sconti per nessuno: la mannaia cadrà improvvisamente su chi meno vi aspettate. La lama trafiggerà mortalmente chi amate e sebbene penserete “come potrà andare avanti senza?” quando arriverà l’inverno non vedrete l’ora che passi perché inizi la prossima stagione.

06-05-2014 | 13:41