In ascensore nel bosco?

“Un medico può sempre seppellire i propri errori, un architetto può solo consigliare il cliente di piantare dei rampicanti”. Frank Lloyd Wright, il più importante architetto americano della prima metà del XX secolo (quello della casa sulla cascata, n.d.r.) aveva già intuito quale rimedio sarebbe stato necessario per mascherare molti degli errori del cosiddetto Modernismo.

Sebbene il suggerimento sia ottimo e molto conosciuto sono stati purtroppo pochi i casi in cui è stato messo in pratica. Gli orrori e gli errori degli architetti moderni e contemporanei sono talmente diffusi che si renderebbe necessario un gigantesco “piano planetario di riforestazione rampicante” di tutte le periferie. Questo non avviene per una sorta di assuefazione al brutto, all’inospitale e al caotico, a cui, purtroppo, ci siamo abituati. Gli squallidi panorami delle nostre periferie sono ormai considerati da tutti un male inevitabile e incurabile a cui non è quasi possibile porre rimedio. Qualche cura palliativa, con scarso successo, è stata tentata ricoprendo l’architettura con elementi vegetali.

A Milano, in zona Porta Nuova, sono ora in corso di realizzazione due grattacieli residenziali (110 e 76 metri di altezza) progettati da Stefano Boeri, noto architetto, urbanista e uomo politico milanese, con il suggestivo – ma un po’ ingannevole – nome di “Bosco verticale”. Probabilmente, consapevole del risultato architettonico finale di due parallelepipedi con balconi e terrazzi sporgenti in modo asimmetrico, l’architetto ha provveduto fin dal progetto iniziale a ricoprire gli edifici di alberi, arbusti, cespugli di piante floreali di molte varietà, cercando di caratterizzare in modo insolito la poco brillante struttura architettonica.

Il nome “Bosco verticale” è però una contraddizione in termini: noi, infatti, conosciamo boschi in pianura, in collina, in montagna – anche su pendii molto ripidi, dove le radici degli alberi trattengono provvidenzialmente il terreno, prevenendo frane e dissesti – ma i boschi verticali proprio no. Le piante hanno bisogno di terra al di sotto per potersi sviluppare. Con il poco spessore di terreno disponibile su balconi e terrazzi probabilmente ci dovremo accontentare di un “Sottobosco verticale”, o al massimo di un bosco bonsai, con alberi costretti a non svilupparsi per mancanza dello spazio sufficiente. Vedremo tra qualche anno il risultato di questa forestazione metropolitana. 

21-01-2014 | 01:16