Questa storia racconta la fine del mondo?

Alzi la mano, seppure con malcelato imbarazzo, chi alla vigilia del famoso 21.12.2012 si è sentito più o meno inquieto. Un'inquietudine trasversale, che ha serpeggiato anche in menti al di sopra di ogni sospetto, tanto irrazionale quanto spaventosa, come spesso accade per le paure più penetranti e ancestrali. La catastrofe, la fine del mondo, il giudizio finale e chi più ne ha più ne metta, dalla notte dei tempi rappresenta il lato oscuro delle crisi esistenziali, pronto a balzar fuori come una bestia brutalmente affamata di fragilità nei momenti di maggior crisi, che siano personali o del sistema. Fortunatamente nella maggior parte dei casi questi timori durano il tempo di una bella sbronza, o, meglio ancora, il tempo promozionale di un film catastrofico in uscita, perché poi la vita, con tutti i suoi noti e immediati casini, lascia poco spazio all'ignoto fagocitante della mente. Ad ogni modo, per esorcizzare anche quella punta di inconfessabile turbamento che possono causare pensieri del genere, godetevi "Facciamola finita".

Meglio se maggiorenni e ben vaccinati, perché non è film per educande. Un cast di giovani e promettenti attori interpreta, con beffarda autoironia, se stesso, in un giorno come tanti di feste, droghe, sesso facile e altre quotidiane amenità figlie del benessere e della fama. Intorno a loro, una corte più o meno parassita della Hollywood in ascesa, riunita nell'avveniristica casa di James Franco per un party. Jay e Seth, due dello stretto giro, si allontanano un attimo dalla festa per comprare le sigarette ed ecco che il principio della fine ha inizio. Quello che in un primo momento sembra un terremoto terribile, inizia ad inghiottire la città e i suoi abitanti, tranne pochi che vengono risucchiati da un fascio di luce verso il cielo. I due amici, sconvolti, tornano a casa di Franco e cercano di avvertire i festaioli, ma nessuno dà loro credito fino a quando gli eventi non iniziano a precipitare. Praticamente tutti, non appena schizzati fuori dalla casa in cerca di salvezza, vengono inghiottiti dal cuore infiammato della terra, non senza prima dare il peggio di sé nel tentativo di scampare al disastro, calpestandosi a vicenda e dimenticando ogni briciolo di pietas per il prossimo. 

I cinque superstiti (James Franco, Craig Robinson, Jonah Hill, Seth Rogen e Jay Baruchel) si barricano in casa e iniziano a organizzarsi da survivors, rivelando ben presto, ognuno, la propria profonda, autentica natura.

In un crescendo di colpi di scena, riferimenti biblici e citazioni beffarde di alcuni classici del cinema, il tutto condito da uno humour a tratti apertamente trash ma molto efficace, il messaggio, fra il serio e il faceto, esce forte e chiaro e non è certo una novità, per religiosi e non. Si salva solo chi ha qualcosa di buono da dare, con cuore puro e sincero. Per gli altri, è scuro abisso.

Lungi però dai registi del film chiudere la storia in modo melenso e romantico o, tantomeno, mistico. Fino all'ultimo, nonostante il tema di fondo trattato (cosa ci aspetta alla fine del mondo, foss’anche solo del nostro, nella parentesi terrena) lo spirito rimane beffardo e divertente, con una chiusura in pieno stile boy band che ha davvero del surreale, nonostante l'intento dichiaratamente spicciolo. E qui sta la maestria del film, che alla fine, attraverso spinti paradossi, fa riflettere davvero.

Spicciolo o no, siamo infatti certi che se davvero ci fosse un paradiso come quello che ci presentano alla fine di questo film visionario-pop, in parecchi si impegnerebbero di più su questa terra, improponibili coreografie da boybands comprese. 

(This is the End,  Evan Goldberg e Seth Rogen, 2013).

23-04-2014 | 00:19