Nel segno del cavallino rampante

Il cavallino rampante è in assoluto il logo più famoso e riconoscibile nel mondo. Chiunque, anche nel più sperduto villaggio del pianeta, è in grado di ricondurlo alla leggenda automobilistica che rappresenta. Molto probabilmente Francesco Baracca, asso dell’aviazione abbattuto durante la prima guerra mondiale, mai avrebbe potuto immaginare che il suo simbolo personale, voluto per adornare la carlinga del suo biplano,  qualche anno dopo la sua morte sarebbe stato donato da sua madre ad un giovane pilota modenese di nome Enzo Ferrari, e sarebbe poi sarebbe diventato effige di fascino, lusso e prestigio italiano in tutto il mondo.

La storia della Ferrari e del suo fondatore, come ogni leggenda, non può avere una data di inizio precisa. Enzo Ferrari, infatti, pur avendo sempre dichiarato di essere nato il 18 febbraio 1898, a causa di una forte nevicata sarebbe stato registrato all’anagrafe dal padre con due giorni di ritardo, portando la data ufficiale al 20 febbraio. Di quella eccezionale nevicata però non vi è nessuna traccia in documenti ufficiali e, anzi, secondo i registri meteorologici quelle giornate di febbraio sarebbero state  piuttosto miti. Sarà forse stato questo ritardo un presagio della vita straordinaria e romanzesca di un uomo che seppe essere un grande pilota, un magnate dell’industria e un’icona di stile. Un uomo istrionico ed eclettico, un filantropo eccentrico ma, secondo i suo detrattori, anche un capitano d’industria collerico e inflessibile, schivo e riservato. Seppe essere un visionario pur mantenendo sempre quella concretezza tipica dei modenesi del suo tempo. Soldato durante la prima guerra mondiale, fu ricoverato al reparto “incurabili” a causa di una gravissima malattia polmonare: dimesso dall’ospedale nel 1918 si recò a Torino per far domanda di lavoro alla FIAT, domanda che fu respinta.  Mai avrebbe potuto immaginare Enzo Ferrari all’epoca che dopo due anni fatti di lavori precari in officine sparse per l’Italia, avrebbe scoperto la sua prima grande vocazione: quella del pilota. Una carriera costellata di successi negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso: anni nei quali il pilota automobilistico era una professione ancora pionieristica e picaresca, che avrebbe abbandonato  definitivamente nel 1932 alla nascita del figlio Dino. Ma nel frattempo Enzo, ormai conosciuto in tutto il mondo col soprannome di Drake, era divenuto anche direttore di scuderia per l’Alfa e ne aveva fondata che ancora oggi porta il suo cognome.

Dal 1950, anno di creazione della Formula Uno, la Scuderia Ferrari ha accumulato ben 216 Gran Premi vinti, 9 Campioni del Mondo, glorie o onori su tutte le piste del mondo.

Ma parallelamente alla realtà sportiva, il marchio Ferrari è divenuto sinonimo di eccellenza mondiale nella costruzione di automobili sportive di superlusso, vere e proprie opere d’arte di metallo.  Consacrate dal cinema hollywoodiano in tutte le salse come icone di bellezza, stile e potenza, “le Ferrari” sono tuttora sinonimo di lusso irraggiungibile ai più.  Fenomeno curioso per dei prodotti di altissima tecnologia, “le Ferrari”, da corsa e da strada che fossero, furono, e sono, oggetti rappresentati spesso nell’arte.

Lo stesso Ferrari profuse nell’impegno di imprenditore la passione che aveva avuto prima come pilota e poi come direttore di scuderia, disprezzando sempre la produzione industriale di serie dell’autoveicolo e volendo sempre mantenere, anche nelle automobili stradali della sua azienda, quella cura artigianale che gli aveva permesso di trionfare.  Una realtà industriale che ha fatto oggi di Maranello e di Modena (prima sede della scuderia e oggi sede della casa-museo Ferrari) dei veri e propri santuari per tutti gli appassionati della Formula Uno e delle auto di lusso: luoghi che raccontano storie di grandi emozioni del passato e del presente.  La sede industriale della Ferrari a Maranello è una struttura avveniristica in continua evoluzione, così grande da essere chiamata “La cittadella”. È stata riprogettata a partire dagli anni ’90 avvalendosi delle più grandi firme dell’architettura mondiale. Strutture come la Galleria del Vento, progettata da Renzo Piano, che consente la simulazione delle situazioni reali che le vetture incontrano sulle piste e sulle strade.   Luigi Sturchio ha invece progettato la Nuova Logistica, centro delle operazioni di movimentazione e spedizione strettamente legate all’attività della scuderia. Un architetto del calibro di Marco Visconti, probabilmente il più affermato esperto a livello mondiale nel campo della sostenibilità architettonica, ha realizzato poi il luminoso padiglione “Lavorazioni meccaniche motori”, il centro servizi per i dipendenti e il ristorante Ferrari.

Per i nuovi progetti Ferrari guarda oggi a un futuro ecosostenibile senza perdere d’occhio la tradizione, tra le nuove autovetture prodotte a Maranello spiccano la “California T” che si distingue per le su linee minimaliste e retrò, e la futuristica “LaFerrari”, vettura ibrida che costituirà la base di lavoro per i progetti del prossimo decennio. Anche oggi, con sotto guida di Luca Cordero di Montezemolo la filosofia a Maranello è e rimane quella del Drake, cioè che “La corsa più importante è sempre la prossima che si deve correre”.

 

 

25-08-2014 | 00:41