Il lato oscuro di Notre Dame

La nostra prima passeggiata per Parigi non può che cominciare dal suo centro, Notre Dame. Non solo centro simbolico, ma centro topografico, isola incastonata tra le due rive della Senna, chilometro zero delle strade francesi.

Nessuno o quasi scende a Cité, la fermata della metro più vicina alla chiesa di Nostra Signora, tranne qualche turista. I Parigini non scendono perché non vi troverebbero né casa né commerci; la maggior parte dei turisti perché vengono da luoghi (Louvre, Centre Pompidou, Quartiere latino) raggiungibili a piedi.

E quindi cos’è oggi Notre Dame? Il fatto che oggi sia soprattutto una meraviglia estetica – ah, la vista dal ponte della Tournelle dell’abside, fragile e grandioso, con i contrafforti che sembrano ossa di un dinosauro il cui muso, invisibile e pauroso, sarebbe la splendida facciata a tre portici – , non deve farci dimeticare il suo ruolo politico. L’aveva capito bene Victor Hugo che, in Notre Dame de Paris (1832), dopo aver magnificato la bellezza della cattedrale – e della Parigi medievale – ne descrive tutto il lato oscuro, fatto di segrete, gerarchie vessatorie, intrighi politici, tutto più o meno concentrato nel personaggio di Claude Frollo. L’azione si svolge nel 1482, fine del Medio Evo. Fine del massimo splendore e potere di Nostra Signora.

Poi venne l’editto di Villers-Cotterêts (1539), primo passo di quella progressiva integrazione della chiesa allo stato francese che Napoleone ufficializzò con il concordato del 1802 – e  fu a Notre Dame che il Petit Caporal compì il simbolico gesto d’incoronarsi da sé, consegnando alla storia Pio VII con quell’espresione basita e impotente che ha nel quadro di Jacques-Louis David. Un processo che, paradossalmente, si concluse con la separazione totale della chiesa e dello stato nel 1905: la Francia diventa il paese più laico al mondo, Notre Dame proprietà dello stato. 

Con molto più vigore e poesia, Hugo spiega, in "Ceci tuera cela", magnifica digressione del quinto libro di Notre Dame, perché il libro stampato,  « la Bibbia di piombo », ha « ucciso » la « Bibbia di pietra », la cattedrale. Oggi internet ha ridimensionato la Bibbia di carta, e spinto un po’ più ai margini la cattedrale, l’architettura, come espressione della totalità umana. Oggi serve davvero a poco essere il centro fisico della cité, della polis. Solo un magifico monumento? In realtà Notre Dame resta ancora un luogo dove la politica può accadere, almeno a livello simbolico.

Sul suo sagrato sono venuti a manifestare i Copti contro la persecuzione dei loro fratelli egiziani, e le Femen contro il maschilismo della chiesa. Ora vedremo se Bergoglio rimuoverà quest’ultima fonte di contrasti, e se ne aggiungerà delle nuove. Chissà, Notre Dame potrebbe diventare, almeno in Francia, il centro di chi protesta contro l’eutanasia europea dell’umanesimo economico. Un ateo, anche solo un laico, che non creda in tale eutanasia, si troverebbe di fronte a un gran bell’imbroglio, quasi un pasticciaccio.

 

 

08-12-2014 | 11:05