I racconti del Profeta

La letteratura araba presenta un unicum nel contesto mondiale del genere: gli hadìth. Nel periodo di massimo sviluppo culturale, iniziato nel VII secolo, il mondo arabo ha costruito un’egemonia intellettuale e materiale indiscussa. Francesco Gabrieli, noto arabista italiano, ha spiegato che in Oriente la storia ha seguito una traiettoria molto diversa da quella percorsa in Occidente. L’iniziale Rinascimento ha preceduto un Medioevo molto lungo seguito dall’Età Moderna in cui si sviluppa una sorta di “Risorgimento arabo”. Le crociate, che pur hanno visto prevalere gli Arabi con la fine degli Stati franchi d’Oriente, possono essere considerate l’evento storico in grado di spostare l’egemonia in Occidente. L’impero Arabo, in difficoltà ed indebolito dal IX secolo per l’influenza sempre maggiore di elementi turchi, armeni e curdi, ha vissuto secoli di oscurantismo. La supremazia nei campi della medicina, dell’astronomia e della matematica fu prima assimilata e poi superata dall’Occidente.

Tornando agli hadìth essi sono la raccolta dei “detti e fatti del Profeta”, ovvero racconti sulla vita di Maometto che formano la Sunna. La trascrizione di queste tradizioni è stata più lenta di quella del Corano e solamente con l’avvento della dinastia Abbasìde, dal 750, diventarono una scienza ufficiale. In questi anni di fermento politico e culturale gli hadìth sono stati considerati come la seconda fonte per il credente, dopo il Libro Sacro, andando a colmare ogni momento della vita quotidiana. L’importanza di questo genere letterario per la civiltà islamica è totale accelerando la nascita e lo sviluppo della giurisprudenza araba. Le sollecitazioni giuridiche, rituali e politiche presenti negli hadìth hanno formato la spina dorsale della cultura giuridico religiosa musulmana. Riportati, più che per sfizio letterario, per istruire e guidare i credenti essi creano una sorta di filo conduttore in un Diritto che acquista forme molto diverse da quelle sviluppate in Occidente. Proprio per le differenze che intercorrono alcuni hadìth possono apparire futili, banali e sconnessi tra loro ad una lettura distratta. Le stesse tradizioni inserite nel contesto musulmano conquistano finalmente una chiarezza ed un’armonia. E’ necessario considerare che per i giuristi arabi il Diritto, divino nelle origini, è un fatto sociale che trova nel convivere umano la sua ragion d’essere. Indicando un insieme giuridico unico gli hadìth sono la rappresentazione delle tendenze della comunità musulmana nei suoi primi due secoli di maggiore sviluppo. L’unica divisione era in ibadat, relazioni con Dio attraverso le forme di culto, e muamalat, scambi tra uomini. Tutto comunque si reggeva sul consenso comunitario conferendo carattere di Verità alle tradizioni.

Tra le tante raccolte di detti e fatti del Profeta due divennero Sahih, genuine, ed in un certo senso canonizzate: al-Bukhari (7.275 hadìth) e Muslim (3.033 hadìth). In particolar modo il Sahih di al-Bukhari è considerato come la raccolta di hadìth più illustre tramandata dai musulmani. Il processo di verifica dell’autenticità delle tradizioni è, con il passare del tempo, divenuto stringente. Questi racconti ritornavano cronologicamente, tramite una catena di trasmettitori, fino ad un “compagno” del Profeta che avesse sentito personalmente il precetto da Maometto. La serie di oratori intermedi poteva essere anche molto lunga e questo fatto ha sviluppato una “scienza degli hadìth” che tramite condizioni e sotto condizioni studiava l’attendibilità delle tradizioni in questione. Tra le tante qualità richieste ai personaggi della catena la più importante era l’integrità intesa come maggiore età, sottomissione a Dio e lontananza totale dall’empietà. Poter distinguere le tradizioni originali dalle apocrife, create ad hoc per partigianeria o furbizia, divenne fondamentale nel processo di consolidamento delle raccolte di hadìth.

Stilisticamente parlando le raccolte sono divise in volumi organizzati per argomenti che spaziano ad esempio dal “principio della Rivelazione” al “matrimonio, dalla “preghiera” alla “medicina” e dalla “guerra santa” alla “compravendita”. La sintassi delle tradizioni del Profeta è complessa con prevalenza netta del discorso diretto, sviluppato successivamente uno all’interno dell’altro seguendo la catena di trasmissione. Se nei testi arabi non si usavano accorgimenti particolari evitando la punteggiatura, le varie traduzioni hanno cercato di facilitare la lettura con parentesi e virgolette.

Questo esempio di hadìth, semplice e significativo, vale più di altre parole.

Narro Abu Hurayrah che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:

Due persone sole sono da invidiare: l’uomo a cui Iddio ha dato il Corano da leggere ad alta voce, notte e giorno, e tutti dicono: “Oh, se avessi ricevuto quel che ha avuto costui! Certo farei quel che lui fa!”, e l’uomo a cui Dio ha dato ricchezze che spende come Dio comanda, e tutti dicono: “Se avessi ricevuto quel che ha lui, certo farei come lui!”.

05-05-2014 | 01:08