Arriverà la morte e avrà i suoi occhi

C’è una casa di produzione e distribuzione cinematografica francese piuttosto spregiudicata, la “Haut et Court” di Carole Scotta, con una “library” dai temi più disparati che dopo aver realizzato “Xanadou”, un prodotto originale per il piccolo schermo in otto puntate, ha probabilmente deciso di evitare nuovi problemi con la censura (in Italia è stata proposta su LaEffe con nel titolo un’indicazione in più: “Una famiglia a luci rosse”) e scegliere un argomento al passo con le preferenze degli spettatori.

Sembra che il pubblico televisivo mondiale da qualche anno abbia una tendenza ad apprezzare storie di “distopia”, che trovi piacevole vedere la società attuale colpita da strali apocalittici o popolata da bestiacce nere per cui assassini seriali, cannibali, alieni, vampiri, zombie, lupi mannari, streghe e bipolari in genere sono i benvenuti sia negli schermi dei laptop e dei pad che su quello del salotto.

Caroline Benjo, una co-produttrice che nel suo carnet ha i titoli di un buon cinema francese contemporaneo, ha richiamato all’appello Robin Campillo il regista del film “Les Revenants” che, sebbene avesse ottenuto un parco successo nel 2004, è stato ripristinato e reso serie. La Benjo e Campillo intanto, nel 2008, hanno vinto la Palma d’oro al 61° festival di Cannes con “La Classe -Entre les murs”.

L’adattamento televisivo di “Les Revenants” è stato un vero e proprio lavoro di concerto ed è stato realizzato da mezza dozzina di sceneggiatori oltre Campillo; spicca tra i sette nomi Emanuel Carrère, eccellente maestro nel rendere l’ingannevolezza dei sensi e sentimenti umani.

I numeri, dopo otto puntate, hanno fornito quale sia stato l’esito: la prima stagione di “Les Revenants”, andata in onda in Francia alla fine del 2012, è stata vista dal 23% degli abbonati Canal+ (Canalplus) rendendola la creazione originale più vista di questa emittente a pagamento dall’altissimo profilo. All’estero non hanno tardato ad accorgersene ed oltre ad essere distribuita in buona parte del globo, ne è stato venduto il format per un rifacimento in Russia, in America ed in Italia. E’ Sky che da noi ne ha abbracciato il fenomeno mandando sia in onda la serie su Atlantic che preoccupandosi del rifacimento con una produzione di Sky Italia.

“Quelli che ritornano” sono certamente morti, ma non sono fantasmi e non sono neppure regolari zombie (sebbene la loro pelle ad un certo punto comincerà a scricchiolare e questo fatto verrà somatizzato anche da qualcuno che è vivo). La natura comparteciperà all’animo dei personaggi ed al disastro emotivo scatenando blackout energetici, inspiegabili alterazioni del livello d’acqua del lago, loop spazio/temporali.

È una vicenda che affascina anche chi non ama il genere horror perché ha un potere più simile al “noir” ed ha in sé la drammaticità delle opere di Atom Egoyan (la prima puntata riporta le atmosfere de “Il dolce domani”) e la verosimiglianza dei magici personaggi di Jim Jarmusch lasciati vivere nell’ordinarietà dell’esistenza.

La storia è tanto semplice quanto drastica: in un villaggio incastonato tra le alpi francesi, a ridosso di una diga e di un lago, sul far della sera di un tardo pomeriggio invernale incontriamo alcuni dei suoi abitanti che ritornano a casa, confidenti e forti nel loro cammino che attraversa la piccola routine da paese. Non hanno niente in comune tra di loro se non che sono morti e che sono totalmente inconsapevoli di essere scomparsi fino a quel momento. L’essenza della storia è l’illogicità del reale; è infatti col concetto di “realtà” che dovranno mettersi alla prova tutti i personaggi. I sentimenti di consapevolezza si frantumeranno contro la razionalità.  Nessuno ne è responsabile sebbene tutti siano colpevoli. Le reazioni dei protagonisti, il rapporto tra chi torna e chi è rimasto saranno e l’attrazione emotiva che “Les Revenants” eserciterà su di noi.

 

 

24-10-2014 | 12:40